"C'é una legge vera, la retta ragione, conforme alla natura, universale, immutabile, eterna, che chiama l'uomo al dovere coi suoi ordini e lo distoglie con i suoi divieti dall'inganno. Non invano essa ordina e vieta agli onesti ma non riesce a persuadere i malvagi né con ordini né con divieti. A questa legge non é lecito opporne altre, né é lecito derogare a lei in alcuna parte né del tutto abrogarla; e non c'é né popolo né Senato che possa da questa legge liberarci, e non ha bisogno d'alcun commentatore o interprete, e non sarà in un modo a Roma e in un altro ad Atena e in un modo oggi e in un altro domani, ma tale che, come legge una e sempiterna e immutevole, terrà a freno tutte le nazioni in tutti i tempi. Poiché uno solo é il Dio, maestro e re comune a tutti i popoli: ed é lui l'inventore di questa legge, lui il commentatore, lui il promulgatore; e chi non l'ubbidisce vien meno a se stesso e rinnega la propria natura d'uomo pagandone amaramente il fio anche se possa sfuggire ai supplizi degli uomini".
A noi cristiani, invece, dia la forza per essere testimoni coerenti del Vangelo, affinché non siamo tra quelli che busseranno e resteranno fuori.MARCO TULLIO CICERONE, DE RE PUBLICA, LIBRO III, 22
In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Rispose: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi”.
Ab insidiis diaboli, libera nos, Domine! A morte perpetua, libera nos
Domine.
1 commento:
Non saranno privilegi e sicurezze accumulate durante la vita a spalancare al cristiano la "porta stretta" dell'eternità. Non saranno i proclami di amicizia con Cristo o i falsi meriti vantati con ostentata presunzione. Quel passaggio cruciale verso la vera vita - alla quale tutti un giorno saremo chiamati - richiederà un "passaporto" ben più esigente e impegnativo: una "carta d'identità" i cui segni distintivi sono bontà del cuore, umiltà, mitezza, misericordia, amore per la giustizia e la verità, dedizione alla pace e alla riconciliazione. A ricordarlo è stato Benedetto XVI nella consueta, illuminante riflessione sulla liturgia domenicale dettata il 26 agosto in occasione dell'Angelus recitato a Castel Gandolfo. Commentando l'ammonimento di Gesù: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta..." (Lc 13,23), il Papa ha esortato a non cedere alla tentazione di considerare la pratica religiosa come una facile scorciatoia per una vita di onori e di agi. Al contrario, essa è un sentiero spesso arduo e impervio, che va percorso con audacia e coraggio, prendendo su di sé la propria croce. Un sentiero non per pochi privilegiati né per cinici "operatori di iniquità". Ma per chi, con cuore umile e disinteressato, cerca ogni giorno la via che conduce alla "porta del cielo".
(©L'Osservatore Romano - 27-28 Agosto 2007)
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